Case green: entra in vigore la direttiva UE. L'Italia dovrà adeguarsi entro gennaio 2026

La definitiva versione approvata dal Parlamento UE ha cambiato di molto le carte in tavola rispetto alle precedenti bozze. Innanzitutto, le classi energetiche a cui eravamo abituati (dalla A alla G) sono state sostituite a favore di nuovi requisiti energetici, che vanno a toccare sostanzialmente gli edifici più vecchi. La prima versione della direttiva puntava a introdurre l'obbligo di intervenire sugli immobili residenziali con le prestazioni energetiche peggiori, portandoli almeno in classe E entro il 2030 e in classe D entro il il 2033. Una scelta che aveva innescato le critiche di diversi governi nazionali, tra cui il nostro.

Un'altra novità è che nella versione della direttiva appena entrata in vigore, non sì parla più di rispettare dei target fissati dall'Unione con l'imposizione di una soglia minima di prestazioni (le classi energetiche appunto), ma prevede che gli Stati membri  riducano il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 per poi arrivare al 20-22% entro il 2035. Per certi versi si tratta di un compromesso al ribasso dovuto alla forte opposizione di alcune parti politiche, che considerano la nuova proposta un approccio più ragionevole. In particolare si registra un passo indietro sul contenimento dei combustibili fossili, previsto nella prima versione della direttiva.

Il piano nella prima fase riguarderà circa 5 milioni di immobili, ovvero quelli che hanno le prestazioni energetiche peggiori. Entro il 2050 la direttiva impone anche che gli Stati assicurino almeno il 55% della riduzione dei consumi di energia primaria attraverso il rinnovo degli edifici più energivori. Sono previste comunque delle deroghe, più di quelle che erano già garantite in passato. Saranno i singoli Paesi a stabilire con quali modalità intendono raggiungere questi target, quindi c'è ancora un certo grado di incertezza sulle tempistiche operative e sui regolamenti nazionali. Serve tenere conto che servirà adeguare i regolamenti edilizi, quelli di efficienza e naturalmente le agevolazioni fiscali. Solo dal 2025 capiremo in concreto come le novità saranno recepite dal governo italiano.

Caldaie a gas: bandite dal 2040, ma a rischio già dal 2025

La nuova direttiva sulle case green prevede che le caldaie a gas metano vengano messe al bando dal 2040, facendo di fatto slittare di cinque anni il termine ipotizzato inizialmente dalla Commissione, ovvero il 2035. Dal prossimo anno, però, si prevede che siano vietati gli incentivi per installarle, scenario difficile da immaginare e comunque legato al fatto che il governo recepisca velocemente la direttiva e la metta immediatamente in pratica. Saranno promossi altri sistemi di riscaldamento come quelli ibridi, che combinano le caldaie con le pompe di calore o il solare termico. Sistemi che di fatto in Italia sono già abbondantemente incentivati. Un punto riguarda anche i sistemi fotovoltaici: non è previsto l’obbligo immediato di installarli negli edifici residenziali in nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazioni integrali. Si parte gradualmente dagli edifici pubblici e da quelli commerciali sopra i 250 metri quadri.